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I POLACCHI SONO SUBUMANI PER LORO?

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Il 14 ottobre di quest’anno, sul sito web di GazetaWyborcza[1], è apparsa una lettera  inviata da utenti preoccupati per il fatto che i nomi dei membri dell’Organizzazione Nazionalista Ucraina non compaiono sul rinnovato monumento sul Monte Monastyrz, dedicato all’Organizzazione dei nazionalisti ucraini, responsabile di genocidi di massa con particolare crudeltà nei confronti della popolazione polacca nel periodo 1939-1947.

Inoltre, come ha sottolineato in un’intervista per il portale Kresy, fatta al prof. Andrzej Zapałowski – membro del Comitato per la protezione della memoria della lotta e del martirio presso l’Istituto della Memoria Nazionale, filiale di Rzeszów – la parte ucraina non ha probabilmente accettato di effettuare l’esumazione nel luogo menzionato, perché probabilmente si sarebbe scoperto di non esserci nulla di rilevante. Un’analoga situazione si è verificata dopo lo smantellamento del “monumento dell’Esercito Insurrezionale Ucraino”, eretto illegalmente a Hruszowice (comune di Stubno), in cui la ricerca e l’esumazione sono state eseguite con la collaborazione con la parte ucraina[2].

I firmatari della lettera al ministro di cultura nazionale Piotr Gliński hanno deciso che la mancanza di nomi dei membri dell’organizzazione ucraina responsabile delle attività di genocidio contro i Polacchi è un’usanza bolscevica[3]. Si pone quindi un interrogativo, irresistibile ai firmatari menzionati nella lettera, tra cui il primo vicedirettore capo della “GazetaWyborcza” (e privatamente il fratello maggiore di JacekKurski, il presidente del consiglio di amministrazione della televisione polacca, Jaroslaw Kurski): come nominare e a quali consuetudini confrontare la situazione che le vittime polacche dell’OUN-UPA[4], nonostante il passare degli anni, non abbiano ancora riposato nelle loro tombe? Inoltre si aggiunge il fatto della mancanza di menzione dei loro nomi sulle targhe commemorative.

Interessante che Andrzej Duda[5] depone una corona di fiori in memoria delle vittime del genocidio in campo aperto[6], nello stesso tempo in cui la parte ucraina si sente stupita per la mancanza di monumenti in terra polacca, commemorando coloro che hanno brutalmente versato sangue polacco.

Infine, vale la pena di fare riferimento ai tre firmatari della lettera al Ministro della Cultura, cioè i domenicani JózefPuciłowski e TomaszDostatny e il padre professor Alfred Wierzbicki. Non ci si aspetta certe azioni da preti predicano le opere di misericordia corporali, tra le quali la settima è quella di seppellire i morti. Ci si chiede se proprio loro che esprimono una tale preoccupazione per i nomi dei membri dell’organizzazione atroce straniera, reclamino lettere ai ministri ucraini con un atto di misericordia verso i loro antenati polacchi, spesso brutalmente assassinati durante le funzioni religiose nelle chiese cattoliche. Come è successo ad esempio l’11 luglio 1943 a Kisielin. Hanno chinato il capo  davanti alla profanazione delle chiese cattoliche durante gli attacchi contro di esse da parte delle organizzazioni OUN, che hanno compiuto brutali attacchi contro villaggi e città polacche; per di più  dopo la determinazione della frontiera tra la Polonia Popolare e l’Unione Sovietica, continuando l’opera di distruzione attraverso la loro attività terroristica fermata dall’azione Vistola[7]?

Krzysztof Żabierek

Trad. JB

 

 

[1]Il giornale polacco dell’opinione di tendenza centro-liberale con redattore capo Adam Michnik sin dalla fondazione. Venne fondato nel 1989 come un organo di stampa di comitato elettorale di Solidarność.

[2][https://kresy.pl/publicystyka/wywiady/prof-zapalowski-prawdopodobnie-strona-ukrainska-nie-chciala-dopuscic-do-ekshumacji-na-gorze-monastyrz/] il 21 nov. 20.

[3][https://wyborcza.pl/7,95891,26397506,nie-mozemy-zrozumiec-na-jakiej-podstawie-usunieto-inskrypcje.html?fbclid=IwAR1-z5ExOGVVAAvAtnFzSTr7uCLvMwAggW3vUpanKxcS4qJ2yCMeWam7kNk] il 21 nov. 20.

[4]L’Organizzazionedei nazionalisti ucraini e l’Esercito Insurrezionale Ucraino.

[5]Presidente di Repubblica

[6] In senso che si accetta la loro mancanza in Ucraina ma si risponde e acconsente a qualsiasi richiesta degli Ucraini.

[7] Il prolungamento oltre la fine di II Guerra Mondiale questi attacchi provocò il suo reinsediamento ai confini occidentali, assegnati alla Polonia dai tedeschi – in scambio a quegli orientali, affarrati dai sovieti.

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